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ECOSISTEMA MATTATOIO

SECONDA GIORNATA

La seconda giornata è stata dedicata a un tavolo di lavoro per addettə ai lavori, con
la partecipazione di espertə erappresentantə degli enti coinvolti.
Gli obiettivi principali di questa sessione operativa sono la definizione di un “patto ampio” sugli
obiettivi di rigenerazione dell’area e l’individuazione di una rete di soggetti interessati
a partecipare a bandi di gara per il reperimento di risorse finanziarie.

Tra i potenziali partner ci sono enti locali, investitori privati, istituzioni culturali e sportive. 
L’evento “Ecosistema Mattatoio” rappresenta un’opportunità per rafforzare queste sinergie e avviare un processo di rigenerazione urbana partecipata e sostenibile.

Questa iniziativa non solo mira a migliorare fisicamente l’area, ma anche a creare un senso di appartenenza e partecipazione attiva tra i cittadini, valorizzando le risorse locali e favorendo la coesione sociale. 

Tavolo di lavoro

Per la prima volta soggetti diversi si sono seduti a uno stesso tavolo con un intento di confronto generativo. Parlano codici diversi, hanno una formazione che spesso non coincide e storicamente gli oggetti delle loro professionalità non coincidono. Sempre di più stanno tendendo a lavorare in ottica sistemica e integrata, ma c’è ancora tanta strada da fare.

I lavori del Tavolo hanno preso spunto da una domanda iniziale:

Equilibri fragili:
la città e l’ex mattatoio fioriscono solo se le tante sfaccettature di cui è composta (urbanistica, economia, ambiente, edilizia, benessere individuale e di comunità, …) lavorano in sinergia.


Siete d’accordo? Qual è il vostro pensiero in merito? Cosa serve per agire davvero insieme (sia a livello cittadino, sia per l’ex mattatoio)?

Dagli interventi sono emerse numerose questioni come premesse:

  • Urgenza di trovare un terreno comune per mettere in relazione discipline differenti
  • Necessità di coinvolgere le comunità, a partire da bisogni e potenzialità;
  • Il ruolo di una squadra di lavoro multidisciplinare è anche quello di “guidare la domanda”, per evitare che le istanze dal basso si limitino al “riparare le buche” e per far vedere quello che potrebbe essere;
  • Pensare un down-scale tecnologico, per aumentare il coinvolgimento, il capitale relazionale e quindi gli impatti di un intervento di rigenerazione urbana;
  • Scarsa formazione del personale della pubblica amministrazione;
  • Assumersi la responsabilità della trasformazione: il disruptive design non può accontentare tuttə.
     
ALTRE STRATEGIE DI INTERVENTO
hardware e software
  • L’importanza di creare spazi di pensiero, condivisione e creatività
  • La quantità sostanziosa di vuoti urbani in città
  • Attenzione da dedicare al contesto di quartiere e città
  • Valorizzare le peculiarità vs copiare altri modelli
  • Fare tutto ciò che poi verrà curato, evitando exploit performativi che poi vengono abbandonati 
SOSTENIBILITA’
  • Pensare ad un mix di attività
  • Finanziare la trasformazione con strumenti finanziari (anche prestiti) 
GOVERNANCE
  • Pensare modelli di gestione non verticali o verticistici
  • Immaginare nuove funzioni 
FRAMWORK CITATI
  • Convenzione europea sul paesaggio
  • Transition management di comunità (Camerano)
  • Processo della VAS 
    Piane del verde (Falconara)
  • New European Bauhaus 
    Progetto strategico partecipato (Camerano), il cui output è una scheda progettuale condivisa 
IN CONCLUSIONE

I prossimi passi

Entro ottobre, cercheremo di condividere nel Tavolo l’iter, per macrofasi, che dal nostro punto di vista è necessario portare avanti. A partire da lì, cercheremo di capire con il Comune che tipo di supporto è possibile dare al processo.

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