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ANKONISTAN – Progetto laboratoriale, ideato e promosso Casa delle Culture su un’idea di Ruben Lagattolla, con il patrocinio del Comune di Ancona, in collaborazione con il Museo tattile Omero.

La proposta è stata quella di indagare 4 quartieri fuori dal centro di Ancona utilizzando la pratica del reportage, facendo esperienza delle situazioni per poi raccontarle.
Durante 7 mesi di lavoro, 10 cittadini si sono immersi nella realtà dei quartieri degli Archi, Vallemiano, Montirozzo, Piano San Lazzaro, solitamente definiti come degradati o “problematici” creando rapporti di fiducia con chi li abita, stringendo legami e prestando ascolto alle storie narrate per promuovere processi di auto-narrazione capaci di innescare un’autentica conoscenza dei questi contesti urbani multietnici.

Durante 7 mesi di lavoro, 10 cittadini si sono immersi nella realtà di questi quartieri, solitamente definiti come degradati o che finiscono sui giornali per lo più per eventi di cronaca, creando rapporti di fiducia con chi li abita, stringendo legami e prestando ascolto alle storie narrate per promuovere processi di auto-narrazione capaci di innescare un’autentica conoscenza dei contesti urbani multietnici. Un vero e proprio viaggio dentro casa, passeggiando nei quartieri appena fuori dal centro della città, andando a conoscere chi ci vive, stringendo legami e prestando ascolto alle storie narrate.

AA supporto di questa investigazione è stato organizzato un percorso formativo di 10 incontri, alcuni dei quali sono stati aperti al pubblico, coordinato da Ruben Lagattolla. Nell’attività di formazione sono stato coinvolti professionisti provenienti dal mondo del giornalismo, dell’antropologia, della scrittura, della fotografia e studiosi della storia di Ancona che hanno fornito gli strumenti metodologici più adatti per portare avanti il lavoro (Wu Ming 2, Massimo Raffaeli, Francesco Scarabicchi, Giovanni Marrozzini, Ignacio Maria Coccia, Giorgio Cingolani, Alfonso Napolitano, Matteo Tacconi e Francesco Conte).

Le tappe del progetto, partito a febbraio, sono state:
1. Incontri alla casa delle culture sul reportage, la storia di Ancona, la fotografia, la narrazione e l’intervista;
2.Incontri itineranti con esplorazioni dei quartieri e dei paesaggi urbani;
3.Momenti pubblici incontri aperti con un focus su aspetti utili per l’attività d’indagine sui quartieri per comprendere meglio le dinamiche urbane;
4.Sviluppo lavori individuali ai partecipanti è stato richiesto di sviluppare delle storie, di esplorare luoghi e instaurare contatti con persone che abitano i quartieri presi in esame;

I risultati finali di questo “racconto collettivo” fatto di foto e narrazioni sono stati presentati a ottobre 2017 con un maxi allestimento fotografico nel cortile della Mole Vanvitelliana e con tre appuntamenti pubblici tenuti al Museo Omero e nella nostra sede.

Hanno accolto questo invito a viaggiare in casa propria 10 cittadini di Ancona e non solo: Nicola Cucchi, Michael Bonelli, Marco Totti, Francesco Tavoloni, Romina Aguzzi, Marco Blasi, Rosella Centanni, Manuela Fratoni, Stefania De Chirico, Lorenzo Pavani, suggestionati dai contributi dei professionisti che hanno contribuito alla realizzazione di questo progetto: Wu Ming 2, Massimo Raffaeli, Francesco Scarabicchi (scrittura) Giovanni Marrozzini e Ignacio Maria Coccia (fotografia), Giorgio Cingolani (antropologia), Alfonso Napolitano (storia di Ancona), Matteo Tacconi e Francesco Conte (giornalismo).

Qui si possono leggere le riflessioni collegate al reportage partecipato di fine laboratorio: i partecipanti di Ankonistan.
Oggi il progetto prosegue guidato dal collettivo dei partecipanti al laboratorio che hanno costituito l’associazione culturale “Ankonistan”.

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COME E’ NATO ANKONISTAN, UN ARTICOLO DI RUBEN LAGATTOLLA:
“Un anno fa ho partecipato ad un incontro unico nel suo genere, per umiltà e senso collettivo. La Casa delle Culture ha incontrato alcuni giornalisti di Ancona, per discutere della sua difficoltà nel tentativo di radicarsi nei quartieri che la circondano, di entrarci in questi quartieri e di conoscerne i loro abitanti. Davanti a una birra in riva al mare credo che inconsciamente siano emerse, sotto forma di ipotesi e critiche, l’estrema urgenza, la preoccupazione e la necessità che ognuno di noi avverte di fronte all’immigrazione e alle trasformazioni che la nostra città, come tante altre, sta vivendo negli ultimi anni. Quei quartieri che sono nati sotto forma di periferia, (parlo dei quartieri del Piano, della Stazione, della Palombella, degli Archi e di Valle Miano) oggi si sono svuotati quasi del tutto di quella vita che li ha costruiti e si stanno riempiendo di altra vita, sempre dello stesso valore, ma di un colore diverso.
Questa nuova vita, troppo spesso vittima di discriminazione o talvolta anche di semplice distrazione, sta trasformando l’espansione concentrica della città – pur lasciando intatto l’impianto urbanistico – in una espansione a zone, creando nuovi centri città, cambiando l’impianto mentale, ancor prima di quello fisico, di quel percorso che siamo abituati a riconoscere come “casa”. Penso che la conoscenza di un territorio si possa ottenere soltanto unendo informazione ed esperienza.
Troppo spesso oggi invece, si tende a pensare che la semplice informazione sia uno strumento sufficiente di conoscenza, e che quindi la raccolta di informazioni basti per conoscere. Per raccontare si deve studiare e fare esperienza, e questa è una formula che la stampa locale dovrebbe tenere bene a mente, per non ricadere mai più nella vergognosa retorica razzista che ha caratterizzato prime pagine e locandine degli ultimi tempi. Così nasce Ankonistan: un invito al viaggio, per esplorare determinati quartieri, andando a conoscere chi ci vive, entrare nelle loro case e raccontare le loro storie. Questo per me è il valore del viaggio, un viaggio condiviso che raccontiamo attraverso la scrittura, la fotografia e la radio.”


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Coordinamento organizzativo e comunicazione: Irene Pezzella – Elisa Cionchetti

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